“Cosa fare per aiutare le librerie? Io delle idee le ho: ad esempio l’equo canone per le librerie”. Il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano lancia la sua proposta per salvare le rivendite di libri che, come ha riferito un recente report di Confcommercio, sono letteralmente scomparse dai centri cittadini: “I Comuni che sono proprietari di immobili, soprattutto in centri storici di pregio secondo me li dobbiamo obbligare ad affittarli ad un costo agevolato a chi vuole aprire una libreria. Sono pronto a battermi in Europa se qualcuno mi viene a dire che sono aiuti di Stato”. Che, per inciso, l’Ue ha intenzione di allentare per agevolare l’industria e il commercio degli Stati membri.
Secondo Sangiuliano: “Il libro non è un detersivo o un dentifricio ma ha un valore etico, costituzionale: abbiamo il dovere di intervenire perché ne va di mezzo la crescita del senso collettivo, del senso civico della nazione”. Per il ministro, si tratta di un fattore che “dipende anche dalla costanza nella lettura. Non possiamo fare i luddisti ma è evidente che Amazon deve pagare le tasse come qualsiasi altra impresa. Un giovane che vuole diventare libraio è un eroe: le librerie che sono scomparse nei centri storici non sono una perdita commerciale ma una perdita di valori”.
Il ministro, poi, promette di impegnarsi per l’obiettivo di “un severo inasprimento delle pene contro la contraffazione dei libri”, ma anche per “interventi come il tax credit o il Fus. Se abbiamo il Fus per tante attività, per lo spettacolo dal vivo, non vedo perché non dobbiamo supportare allo stesso modo il mondo del libro”. Quindi ha concluso: “Io sono un fanatico del libro. Il mio amore per i libri è sincero e praticato per anni: da giornalista mi sono sempre fatto carico di promuovere libri, li ho anche messi all’interno del Tg. Amo i libri e non posso non essere sensibile al problema dei libri e delle librerie: ma sono ministro da 4 mesi e le cose che elencate sono questioni che qualcuno ha lasciato languire negli scorsi 4 anni”.
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