Barachini chiama Gedi per chiedere garanzie sulla continuità finanziaria ed editoriale dei quotidiani e, soprattutto, sui livelli occupazionali. I vertici aziendali, come ha reso noto un comunicato firmato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’informazione e all’editoria, hanno ammesso la volontà di voler approfondire le manifestazioni di interesse giunte per le testate giornalistiche del Nord Est. Ma, al momento hanno assicurato i manager Gedi a Barachini, di offerte vere e proprie non ce ne sono. Tuttavia, i dirigenti del gruppo si sono presi l’impegno di informare prontamente il governo non appena saranno presentate e di tenere informato il dipartimento per l’informazione e l’editoria di tutte le decisioni che si intenderanno assumere sulla vicenda legata alla dismissione dei quotidiani locali da Gedi.
Inoltre, i dirigenti Gedi hanno spiegato che prenderanno in considerazione ipotesi di offerte a patto che arrivino da acquirenti solidi, motivati a prendersi l’impegno di un progetto editoriale serio e di lungo termine. Il confronto tra il sottosegretario Barachini e i vertici di Gedi è arrivato a pochi giorni di distanza dall’incontro che lo stesso esponente del governo Meloni ha avuto coi sindacalisti della Fnsi e con una delegazione dei giornalisti dei quotidiani del gruppo oggi controllato dalla famiglia Elkann-Agnelli. L’appuntamento era servito per fare il punto della situazione. E il sottosegretario Barachini aveva motivato il suo impegno per una soluzione condivisa e soddisfacente della questione “evidenziando il valore costituzionale del diritto all’informazione e del pluralismo, ha rappresentato la sua intenzione di chiedere all’editore di garantire, attraverso la selezione di eventuali manifestazioni di interesse, la continuità finanziaria ed editoriale dei quotidiani e la difesa dei livelli occupazionali, anche per scongiurare un’ulteriore precarizzazione del lavoro giornalistico”.u
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