Anche quest’anno, niente giornali in edicola il 2 maggio. Se ne riparla, direttamente, venerdì. L’annuncio ufficiale è stato reso dalla Federazione italiana degli editori di giornali, la Fieg, che ha diffuso il “calendario” in vista delle prossime giornate: giovedì primo maggio i giornali quotidiani usciranno regolarmente e le rivendite potranno effettuare la chiusura dopo le ore 13.00. Il giorno dopo, ossia, venerdì 2 maggio i giornali quotidiani non usciranno e le rivendite potranno posticipare l’orario di apertura alle ore 12.00.
La chiusura per il primo maggio rappresenta una delle date “sicure” per i giornalisti. Si festeggia il lavoro e i lavoratori onoreranno la ricorrenza astenendosi dal lavoro ma partecipando a diverse iniziative per sostenere e tutelare il comparto e per parlare della condizione professionale che si vive in questi anni. Al già grave problema di una digitalizzazione che non è mai stata davvero introiettata dagli editori e, più in generale, dai giornali si unisce adesso la preoccupazione per l’intelligenza artificiale. Una paura che ha diversi aspetti, la prima dal punto di vista occupazionale: affidare i giornali all’algoritmo significa risparmiare sulle assunzioni e poter procedere a tagli e ridimensionamenti delle piante organiche. Contestualmente, però, c’è un altro grande problema. Ossia quello del pluralismo, l’intelligenza artificiale, per quanto raffinata, “copia” e ha un sentiment predisposto dagli algoritmi che indirizza il suo orientamento, in pratica Big Tech, oltre a governare e a decidere chi debba leggere cosa, si candida pure a “scrivere” sui giornali. Va da sé che il pluralismo, il confronto democratico da un’applicazione di massa dell’Ai nelle redazioni possa uscire solo malconcio.
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