“Sì ad un uso intelligente dei social network”, questa in sostanza la posizione dell’Iran nei confronti delle più note piattaforme di social sharing come Facebook e Twitter.
A Teheran sarebbe in corso infatti la messa a punto di un software in grado di consentire l’accesso solo a determinati social network ritenuti idonei dalle operazioni di selezione.
Ad ogni modo questo rappresenta un passo avanti per la comunità web del paese, se consideriamo che dal 2009 i principali siti web sono oscurati e ne è vietato l’accesso.
Se quindi il bene placito del governo Iraniano, accordato ai social network, apre un piccolo varco nei corridoi della democrazia in rete, per altri versi lega comunque le mani agli internauti., data la clausola selettiva.
E’ ben noto a tutti il ruolo di primo piano che i social network hanno occupato durante i movimenti rivoluzionari della Primavera araba.
In testa Facebook e Twitter sono stati i principali strumenti utilizzati dai giovani Orientali per esprimere il comune dissenso contro il Governo.
I social network in quel caso sono stati più che un semplice spazio di svago, hanno rappresentato al contrario uno scenario di aggregazione di ideali , un motore imprescindibile per il lento avviarsi del processo di democratizzazione.
I social network hanno dato voce e spazio al pensiero libero degli Iraniani, un primo importante banco di prova popolare che, a causa delle eventuali conseguenze, ha causato l’altolà del Governo.
Infatti dal Giugno 2009 ad oggi, Facebook, Twitter, YouTube e molti altri siti erano stati vietati.
Ora le autorità del paese sembrano tornare sui propri passi e riconoscere l’importanza dei social network e l’irresistibile appeal che questi esercitano sulla popolazione.
Al contempo però consci proprio di questo aspetto, non lasciano ancora andare del tutto il freno.
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