Il server dei due portali internet – gamethernity.com e downloadzone.altervista.org – era installato nella provincia di Arezzo e veniva gestito da un 27enne di Roma che oltre a rischiare una pena fino a tre anni di reclusione potrebbe esser ora costretto a saldare una sanzione pecuniaria non trascurabile. È ciò che prevede la norma sul diritto d’autore (L. 633/41), e dato che per ogni file condiviso illegalmente la multa partirebbe da un minimo di 103 euro (fino al doppio del valore di mercato corrente), si capisce che tali somme moltiplicate per i circa 380mila files coperti da copyright, contenuti nel database, potrebbero costituire un ottimo deterrente per qualsiasi violazione futura. Un po’ meno forse per i 18mila visitatori giornalieri di entrambi i siti (probabilmente già in cerca di nuove oasi del file sharing su cui naufragare) che facevano lucrare al titolare guadagni da 300 a 400 euro nelle 24ore solo per i banner pubblicitari gestiti dalle rispettive società autrici degli annunci. Per non parlare della prassi ormai abituale delle libere offerte che ciascun utente poteva effettuare a favore del lavoro svolto dall’amministratore, una sorta di fondazione “benefica”(basti pensare a tutti i videogiochi, film, canzoni, e-book e software totalmente gratuiti) incentivata dalla comunità ospite.
L’intervento di sequestro del server è stato coordinato dalla Procura della Repubblica di Arezzo e condotto presso due società provider con sede nella stessa città e a Milano. Il comunicato ufficiale diramato dalla Guardia di Finanza di Firenze così recita “La misura cautelare, è stata realizzata con l’assistenza dei tecnici specializzati della FPM – Federazione contro la Pirateria Musicale – e dell’AESVI – Associazione Editori Software Videoludico Italiana – che sono stati incaricati dall’AG di determinare con esattezza il numero ed il valore dei files (musicali o video giochi) caricati nel sito e tutelati dal diritto d’autore”.
Ma non è tutto. Alla denuncia si aggiungerebbe l’ulteriore beffa per il gestore dei due siti pirata, dal momento che sarebbe al vaglio degli investigatori anche l’accertamento “del profilo fiscale connesso ai consistenti introiti conseguiti per l’attività illegale”. Simili risultati sembrerebbero preannunciare tempi duri per la pirateria online, nonché l’inizio di una guerra votata all’autentico spirito di una crociata.
Manuela Avino
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