Twitter, che fregatura per Elon Musk. Ha sborsato 44 miliardi di dollari per acquistare la piattaforma che oggi, secondo i calcoli di Bloomberg, ne vale soltanto diciannove. Più che dimezzato il valore del social. Per gli analisti, sarebbero state proprio le scelte di Musk a penalizzare Twitter. La scelta di licenziare quasi la metà dei dipendenti, le decisioni legate agli abbonamenti a pagamento, le proiezioni che danno Twitter sempre più legato a un futuro vacillante.
Ma il problema più rilevante per Twitter, anzi per X, è rappresentato dall’emorragia di inserzionisti, pubblicitari. Sono sempre meno e investono sempre di meno. In parte, la “colpa” è stata anche dello stesso Musk che, per tirare sul prezzo, ha sbertucciato il suo stesso social parlando di un peso, eccessivo, di bot, account fake e altre antipatiche creature digitali, che avrebbero gonfiato il reale valore della piattaforma creata da Jack Dorsay. L’Uccellino Blu, oggi sostituito dalla Ics bianca e nera, è azzoppato, spiumato e per Elon Musk rappresenta un grande flop.
Del resto, nessun “vincente” riesce a inanellare soltanto successi. E Musk è uno che di fallimenti se ne intende. Tante le “sue” startup che falliscono, non raggiungono gli obiettivi e che, prima o poi, finiscono in naftalina. Ma quelle che invece riescono a imporsi, da Paypal fino a Starlink e Tesla, gli garantiscono la possibilità di continuare a investire a strascico. E di collezionare nuovi fallimenti, come finora appare essere Twitter.
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