Già da tempo il Comitato per la Cultura, i Media e lo Sport della Camera dei Comuni in Gran Bretagna si muove per rendere più restrittiva la legislazione in materia di internet, per combattere il proliferare della violenza in rete. Diversi psicologi sostengono che vi sia una correlazione diretta tra la fruizione di filmati violenti in internet (non a caso chiamati “happy-slapping”, letteralmente “pestaggio felice”) e la sua messa in pratica. Spesso i ragazzi non si rendono conto della gravità di quanto accade, come se fosse normale o ammissibile ridere della sofferenza altrui, semplicemente perché mediata da uno schermo. A creare un interessante precedente in materia è arrivata la sentenza di un tribunale inglese, che ha condannato per favoreggiamento una ragazza di quindici anni per aver ripreso con il videofonino, e poi diffuso su internet, l’omicidio di un uomo picchiato a morte. Alcune associazioni a tutela dei minori dai rischi della rete, chiedono che lo stesso reato venga contestato ai siti internet che divulgano questo tipo di immagini.
La richiesta è arrivata con toni insolitamente diretti. Intervenendo al convegno «Lo strapotere delle big…
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