Il 98% dei giornalisti in Germania ha aderito allo sciopero. Persino in un paradiso dei lettori come la Germania, la situazione nella carta stampata si fa pesante ma ora, a quanto sostengono i giornalisti, gli editori stanno abusando della loro pazienza. Vogliono abolire l’Urlaubsgeld, come dire la gratifica delle vacanze, equivalente all’80% di una mensilità, ridurre gli emolumenti annui da 13,75 mensilità a 13, aumentare le ore lavorative settimanali da 3,5 a 40, tagliare quattro giorni di vacanza dagli attuali 34.
Gli editori ribattono che la situazione è sempre più drammatica: nel 2000 si vendevano ogni giorno 24,2 milioni di copie, il quadruplo rispetto all’Italia. Oggi appena 18,8 milioni. La tiratura nel 2010 è stata di 24 milioni, meno 600 mila copie rispetto all’anno precedente. Le entrate pubblicitarie, sempre nel decennio, sono scese da 6,56 a 3,64 miliardi. Sono aumentati però gli utili, da 3,68 a 4,37 miliardi, ovviamente grazie all’incremento del prezzo di vendita in edicola e degli abbonamenti. Anche i tedeschi hanno perso l’amore per la lettura? Niente affatto, sostengono i redattori. In Germania non si è mai letto tanto, solo che si legge sempre più in internet. Gli editori non sono riusciti a trovare un sistema per guadagnare dalle loro edizioni online, quasi tutte gratuite. E quindi si taglia sui costi.
I giornalisti però, stavolta, non ci stanno e aderiscono in massa allo sciopero. Loro che, tanto per cominciare, non hanno un ordine che li rappresenti come in Italia, che per accedere alla professione devono dimostrare di ‘vivere’ scrivendo per un foglio qualsiasi e che con il tesserino non guadagnano né prestigio e né uno stipendio fuori della norma.
La situazione è tale che, lamentano i sindacati, nessun giovane si sente tentato dalla professione. Le redazioni invecchiano, non c’è ricambio, e alla lunga si mette in pericolo la libertà di stampa. Lo stipendio iniziale attualmente è di 2.987 euro, ma lordi, che si riducono a meno di 2 mila netti. Una buona segretaria guadagna almeno altrettanto.
La richiesta è arrivata con toni insolitamente diretti. Intervenendo al convegno «Lo strapotere delle big…
Con il decreto del Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria del 20 novembre 2025…
L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…
Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…
Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…
Allo scopo di garantire il rispetto del pluralismo, della libertà di espressione, della diversità culturale…