Alzano la voce e scendono in piazza i giornalisti precari Rai. In 150, l’altro giorno, si sono riuniti in assemblea davanti al centro di produzione di via Teulada. La loro richiesta è semplice: il riconoscimento del giusto contratto di lavoro giornalistico. Sono i cronisti che lavorano a Report, Presa Diretta, a Mi Manda Rai 3, Elisir, Indovina chi viene a cena, programmi anche di punta della terza rete. Che adesso sono stufi di aspettare e temono seriamente di perdere il lavoro. Hanno chiesto “di tutelare la professionalità di chi ogni giorno contribuisce a mandare in onda gli storici programmi della Tv pubblica, e invitano i vertici della Rai ad assicurare, come definito dal contratto di servizio, la valorizzazione e la promozione della propria tradizione giornalistica d’inchiesta”. Al presidio c’era anche il consigliere d’amministrazione Rai Roberto Natale che s’è preso l’impegno: “Ne parlerò in Cda, non riesco a capire che senso abbia togliere delle persone dalle trasmissioni di inchiesta, mandarle nelle sedi regionali che ovviamente hanno legittime esigenze di organico, per poi provvedere a sostituire quelle persone formate nel giornalismo di inchiesta nelle trasmissioni che di loro non possono fare a meno”. Intanto, una sola, e ferma, condizione è stata posta ai sindacati che si sono incaricati delle trattative: “Non firmare alcun accordo per le Sedi Regionali che non preveda una contestuale regolarizzazione per i giornalisti che lavorano nei programmi di inchiesta, reportage e approfondimento del servizio pubblico, al fine di garantire la continuità lavorativa e il riconoscimento delle proprie specifiche professionalità”.
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