Editoria

Paragon, lo scandalo s’ingrossa: nel mirino anche don Mattia Ferrari, è bufera

Lo scandalo Paragon si allarga: spunta anche il cappellano di Mediterranea, don Mattia Ferrari, tra le persone che sarebbero state intercettate. Don Ferrari, come ha riportato ieri la stessa Ong, ha ricevuto un avviso da parte di Meta. Anche lui sarebbe finito nel mirino di Graphite. Una notizia che aggiunge benzina sul fuoco. E che adesso coinvolge da vicino anche il Vaticano. Non è un mistero, infatti, che don Mattia sia benvoluto a Santa Marta e che lo stesso Papa Francesco, nell’ultima intervista tv rilasciata a Fabio Fazio, l’avesse additato come esempio di buon lavoro.

La denuncia di Mediterranea è netta e ripercorre le stesse fasi di quella legata al direttore di FanPage Francesco Cancellato e del presidente dell’ong Luca Casarin: “John Scott Railton, ricercatore senior di The Citizen Lab dell’Università di Toronto, ci ha detto  che essere avvisati di essere presi di mira da un attacco sostenuto da un qualche governo indica che la persona è stata probabilmente selezionata per il monitoraggio utilizzando capacità avanzate. In base alla nostra esperienza, ciò solleva la possibilità che anche altri individui della sua rete di contatti possano essere stati presi di mira a loro volta. Questo avviso di Meta è molto utile per suggerire che potrebbe esserci un problema più grande, più tecnologie in gioco e più casi che ora devono essere indagati”. Mediterranea ora teme di essere finita nel mirino come “gruppo” e non solo come le distinte individualità che si sono ritrovate intercettate: “Dati i molteplici tipi di avvertimenti ricevuti da persone che lavorano su questioni simili (avvisi di WhatsApp e avvisi di Meta), – prosegue la nota di Mediterranea- segnaliamo la ricerca svolta da Meta sull’ecosistema di sorveglianza commerciale, che evidenzia la scoperta di molteplici tecnologie di spionaggio che fanno parte di una ’catena di sorveglianzà che comprende ricognizione, Ingaggio e Sfruttamento. Dovremmo iniziare a chiederci esattamente quali tecnologie possano essere state utilizzate nell’ambito di operazioni di spionaggio di natura governativa, di cui stiamo rivelando l’esistenza”.

 

Luca Esposito

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