L’accordo tra galantuomini invocato dal Pdl, alla fine si è trovato. E dopo una giornata di braccio di ferro tra maggioranza e opposizione e, nel governo, tra Giulio Tremonti e Paolo Bonaiuti, la Camera dei deputati ha sbloccato i fondi all’editoria. Una boccata d’ossigeno per le testate di partito (tv, radio e giornali, su carta e online), che vedono ripristinato per il 2010 quel «diritto soggettivo» ai finanziamenti che deriva dall’articolo 21 della Costituzione.
Il cosiddetto decreto milleproroghe, in scadenza domenica 28 febbraio, sarà votato oggi dall’Aula di Montecitorio senza ricorso alla fiducia. L’opposizione, che sull’emendamento-editoria si asterrà mentre boccerà l’intero decreto, ha rinunciato a praticare l’ostruzionismo mantenendo solo 30 emendamenti e, in cambio, il governo ha evitato il voto su un testo blindato.
Soddisfatto Bonaiuti, meno soddisfatta l’opposizione che sperava di strappare due anni di proroga.
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