Lo scorso 11 marzo, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha annunciato l’arrivo di un bonus, quantificato in 20 milioni di euro, destinato a “premiare” specifiche assunzioni. Un tentativo, quello dell’esponente del governo Monti, per ripianare le falle di una riforma del lavoro intricata e dagli effetti ancora velati? Una cosa è certa. All’indomani del varo della complessa riforma (legge 28 giugno 2012, n.92) che ha interessato il mondo delle professioni, risulta sempre più difficile, per i lavoratori licenziati, un’eventuale, nuova, riassunzione. E la difficoltà cresce quando si tratta di piccole e medie imprese.
A far data dal primo gennaio 2013 non è stata, infatti, rinnovata la possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità per i lavoratori licenziati per giusta causa per i quali non ricorrono le condizioni necessarie all’attivazione delle procedure di mobilità.
Per sopperire, almeno in parte, alle pesanti ricadute di questa mancata iscrizione, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha varato un decreto che destina 20 milioni di euro per il 2013 in favore delle aziende che assumeranno a tempo indeterminato, determinato, anche part-time o a scopo di somministrazione, i lavoratori “allontanati definitivamente” nei dodici mesi precedenti l’assunzione per giustificato motivo oggettivo connesso ad una riduzione, trasformazione o cessazione dell’ attività lavorativa.
Le risorse stanziate saranno corrisposte ai datori di lavoro in un importo mensile fisso pari a 190 euro, erogato per 12 mesi in caso di contratto a tempo indeterminato e per 6 mesi in caso di assunzione a tempo determinato.
Pur restando in attesa della pubblicazione del testo del decreto per gli ulteriori chiarimenti in merito alle modalità di fruizione del bonus, risulta comunque chiaro, alla data odierna, che le modalità di ammissione al beneficio saranno gestite dall’Inps con procedure informatizzate ed automatizzate.
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