Editoria

Il Tribunale di Roma annulla le sanzioni del Garante Privacy contro Rai e Report

Il Garante per la protezione dei dati personali per l’ennesima volta dimostra l’approssimazione con cui amministra la gestione della tutela dei dati personali. Il Tribunale di Roma con la sentenza del 16 dicembre 2025 ha annullato integralmente il provvedimento sanzionatorio emesso dall’Autorità contro la Rai e, guarda caso, contro la trasmissione Report. I giudici romani non soltanto hanno dichiarato infondato il provvedimento del Garante, ma lo hanno condannato anche alle spese legali.

La vicenda trae origine da una puntata di Report trasmessa il 26 ottobre 2020, nell’ambito dell’inchiesta intitolata “Vassalli, valvassori e valvassini”. Nel corso della trasmissione vennero mostrate due e-mail attribuite ad Andrea Mascetti, figura di rilievo nel mondo politico e associativo legato alla Lega. Il Garante, nel luglio 2023, aveva ritenuto che la diffusione di tali comunicazioni costituisse una violazione della normativa sulla protezione dei dati personali. Avviò così un procedimento sanzionatorio con una multa a carico di Rai e con ammonimenti nei confronti dei responsabili della testata.

Il Tribunale di Roma ha demolito questa impostazione pezzo per pezzo. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale: la tutela della privacy non può essere trasformata in un mezzo per comprimere il diritto all’informazione, specialmente quando l’inchiesta è basata su documenti leciti e di pubblico interesse. Le e-mail in questione, ha scritto il Tribunale, riguardavano attività professionali e rapporti istituzionali, non la sfera privata dell’interessato. Erano pertanto pienamente pertinenti alla comprensione dei fatti e alle dinamiche di potere oggetto dell’inchiesta.

Questa distinzione è cruciale perché la legge sulla protezione dei dati, così come interpretata dal Tribunale, non può essere applicata in modo talmente estensivo da soffocare il giornalismo d’inchiesta. I giudici hanno richiamato espressamente il principio di “essenzialità dell’informazione”: la diffusione di dati e documenti è giustificata quando è indispensabile per comprendere fatti di interesse generale. In altre parole, la privacy può cedere di fronte all’interesse pubblico alla conoscenza.

La sentenza affronta anche il tema molto tecnico ma decisivo dei termini di esercizio del potere sanzionatorio. Il Tribunale ha osservato che il Garante aveva emesso le sanzioni oltre i termini perentori di legge, rendendo il provvedimento non solo ingiustificabile sul piano sostanziale, ma anche invalido su quello procedurale. Queste considerazioni non riguardano un dettaglio formale, ma la stessa legittimità dell’attività dell’Autorità.

Particolare attenzione è stata posta anche sulle regole deontologiche per il trattamento dei dati in ambito giornalistico. Il Tribunale ha ribadito che tali regole non possono essere interpretate in modo estensivo, specialmente quando incidono su diritti costituzionali come la libertà di informazione (articolo 21 della Costituzione). È un richiamo forte: le norme sulla privacy non possono essere piegate per arrestare l’attività giornalistica quando questa è fondata su documenti di interesse pubblico.

La decisione del Tribunale di Roma, oltre a cancellare la sanzione, contiene passaggi critici anche sul ruolo stesso dell’Autorità. I giudici sottolineano che il potere sanzionatorio è limitato alle violazioni evidenti e non può essere usato come strumento per limitare ingiustificatamente il diritto di informare. In questo senso, l’interpretazione del Garante era apparsa troppo allargata e potenzialmente soggetta ad arbitrarietà.

La credibilità del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali mina, ormai, quella della stessa istituzione. In un Paese normale le dimissioni dei quattro commissari non sarebbero dovute per legge, ma per decenza.

Enzo Ghionni

Recent Posts

Del Vecchio non si ferma più: punta al Quotidiano nazionale

Leonardo Del Vecchio è letteralmente scatenato: dopo aver acquisito il 30 per cento de Il…

16 ore ago

Poste Italiane e giornali: 50 milioni l’anno per un servizio inesistente

La crisi dei giornali è innegabile. Le copie sono crollate, l’abitudine di leggere il giornale…

1 giorno ago

Del Vecchio acquisisce il 30% de Il Giornale, ecco i suoi progetti

Dopo il flop dell’offerta Gedi, Leonardo Maria Del Vecchio acquisisce il 30 per cento del…

2 giorni ago

Unirai esulta: riconosciuto come sindacato in Rai

Unirai esulta: è stato riconosciuto come sindacato a viale Mazzini alla Rai. A darne notizia…

2 giorni ago

Libertà di espressione dei magistrati: una questione sempre più attuale anche in Italia

Negli ultimi anni, anche in Italia, il tema della libertà di espressione dei magistrati è…

2 giorni ago

Circolare n. 54 del 18/12/2025 – Contributi alle scuole per l’acquisto di abbonamenti ai giornali

Anche per l’anno scolastico 2025/2026 è aperta la procedura per la concessione dei contributi destinati alle istituzioni scolastiche per…

3 giorni ago