Categories: TLC-ICT

Google investe nel settore dei trasporti: 258 milioni per Uber

Google entra prepotentemente nell’industria dei trasporti privati. Google Ventures, la branca di Big G che si occupa di progetti a lungo termine, ha investito 258 milioni in Uber. Si tratta di una start-up creata nel 2009, che offre agli utenti servizi privati di noleggio di auto. Il funzionamento è semplice: un’applicazione per smartphone invia al centralino le coordinate del cliente e calcola in anticipo la tariffa del viaggio, addebitandola sulla carta di credito dell’utilizzatore. Le tariffe delle auto Uber sono superiori a quelle dei taxi, ma i clienti apprezzano la velocità e l’efficienza del servizio.

L’azienda è in crescita esponenziale. Il suo attuale valore supera i 3,5 miliardi di dollari. Il servizio è attivo in 41 città, spalmate su 14 nazioni. TPG, Goldman Sachs, Benchmark Capital, sono solo alcuni dei nomi che hanno creduto nella start-up. I fondi di Google, sommati agli investimenti delle altre aziende, consentiranno ad Uber di estendere il proprio raggio d’azione in mercati in cui i servizi non sono ancora disponibili. Cosa ci guadagna Google? Una grossa partecipazione in una azienda economicamente florida e, soprattutto, una base per entrare nel mercato dei trasporti. In molti pensano che Google voglia utilizzare Uber anche come una sorta di corriere espresso, sfruttando la velocità che lo contraddistingue. L’intenzione di Mountain View è quella di bissare il successo ottenuto con Waze, start-up israeliana che si occupa del monitoraggio del traffico sulle strade.

Le legislazioni locali sono sempre molto rigide, ma la start-up ha recentemente adottato politiche meno aggressive per l’espansione dei suoi servizi. Tuttavia i tassisti non rimangono inerti di fronte a cambiamenti che rivoluzionano il loro settore. In Italia sono già arrivate proteste per l’ utilizzo di autisti senza licenza. A Milano Uber è già attivo, e ha trovato il favore di molti viaggiatori.

Recent Posts

Dall’Agcom solidarietà a La Stampa nel nome del pluralismo

L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…

4 ore ago

Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale

Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…

4 ore ago

Per gli editori il paese di acquisto dei prodotti editoriali non è neutro ai fini Iva

Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…

17 ore ago

Nomine nel gruppo Cairo: Alberto Braggio nuovo ad di La7

Girano le poltrone nel gruppo Cairo: Alberto Braggio è il nuovo amministratore delegato di La7.…

1 giorno ago

Quando il pm non può frugare nel pc del cronista: la Cassazione difende le fonti dei giornalisti

In attesa che finalmente l’Italia recepisca in pieno il Regolamento European media freedom act, la…

2 giorni ago