E’ ufficiale: l’annuncio della notizia è stato dato dallo stesso Mark Zuckerberg, Ceo del social network più diffuso al mondo. Facebook ha deciso di togliere contenuti violenti e a sfondo sessuale dalle pagine e dai gruppi presenti sul portale, dopo che alcune grosse aziende che veicolano i loro annunci, hanno fatto la voce grossa contro la società californiana.
Il filtraggio dei banner è già iniziato accogliendo, tra gli altri, il placet delle associazioni per la tutela dei diritti della donna, dalle quali era partita la protesta.
In realtà, il Ceo di Palo Alto, ha iniziato a preoccuparsi della questione quando il malcontento si è diffuso tra i grossi gruppi, come la Nissan o la Unilever, che investono milioni di dollari per la pubblicità su Facebook.
In particolare, i portavoce delle potenti multinazionali hanno minacciato di ritirarsi se i propri marchi avessero continuato ad essere accostati a pagine con contenuti inappropriati.
A quel punto Zuckerberg si è visto messo all’angolo e in lui ha prevalso il buonsenso o, come sostengono taluni esperti, la logica della tutela degli investimenti dell’advertising on line.
Ma per capire come cambieranno le cose, facciamo un esempio pratico. Prima di questo provvedimento, una pagina che promuoveva la vendita di prodotti per soli adulti o si faceva portatrice di messaggi “violenti”, occupava uno spazio pubblicitario sul lato destro del social, adesso, invece, non ci saranno più pubblicità affiancate a questo tipo di contenuti.
Considerata la mole di pubblicità “controversa” presente sulle pagine e nei gruppi del “libro delle facce”, Zuckerberg si è assunto un compito davvero gravoso: avviare la bonifica del social. Una decisione da prendere a tutti i costi anche se una simile decisione rischia di indebolire, sia in termini economici che d’immagine, la potente web company a stelle e strisce.
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