Per il tribunale di Wellington, era illegale il megablitz del 20 gennaio con 70 poliziotti che ha portato all’arresto di Kim Dotcom, 37 anni, il re tedesco del file sharing (e secondo gli Usa della pirateria informatica) nella sua gigantesca villa nei pressi di Auckland, in Nuova Zelanda. Secondo la giudice Helen Winkelmann gli atti di accusa non erano legali in quanto troppo generici. Non descrivevano cioè con le necessaria precisione di quali delitti veniva accusato Kim Schmitz, alias Dotcom. Secondo l’Fbi il sito Megaupload, nel frattempo chiuso, era tra i leader mondiale della pirateria online, offrendo la possibilità di copiare praticamente a costo zero film, musica e programmi informatici protetti dal copyright. I legali di Dotcom sostengono che il servizio offerto da Megaupload fosse di cosidetto ‘storage online’, cioè una nuvola informatica.
Con il decreto del Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria del 20 novembre 2025…
L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…
Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…
Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…
Allo scopo di garantire il rispetto del pluralismo, della libertà di espressione, della diversità culturale…
Girano le poltrone nel gruppo Cairo: Alberto Braggio è il nuovo amministratore delegato di La7.…