“Il comparto dell’editoria, investito da una crisi e da una trasformazione quanto mai incisivi, avrebbe bisogno di un Piano industriale di rilancio. Non possiamo però fare tutto e subito. La nostra intenzione è quella di concentrarci sui provvedimenti più urgenti, capaci di invertire la rotta della caduta delle vendite e della redditività delle aziende”, prosegue Legnini. “Se, però, partiamo chiedendo risorse, collezioneremo solo dinieghi, visti gli attuali stringenti vincoli finanziari”.
Il sottosegretario fa quindi tre esempi per trovare le risorse “attingendo all’interno del comparto. Primo: il Dipartimento Editoria è gravato dal debito con le Poste italiane per le vecchie agevolazioni tariffarie, un debito che si può azzerare spostandolo in capo a un altro ministero. Secondo: portiamo avanti un’azione di recupero dei Fondi per l’editoria illecitamente utilizzati. Terzo: troviamo un’intesa con Google affinché contribuisca all’andamento dell’editoria italiana, attraverso una negoziazione arbitrata dal Governo che preveda anche misure coattive”.“Con tali modalità – conclude Legnini – avremmo più risorse di quelle stanziate con l’ultima legge di stabilità”.
Le dichiarazioni dell’esponente del governo sono state accolta in maniera positiva dal parlamentare Giorgio Lainati (Pdl), vicepresidente della Vigilanza Rai e membro della commissione Cultura della Camera incaricato di seguire le questioni dell’Editoria.
“Mi piace come il sottosegretario all’Editoria Legnini vuole affrontare la sfida dell’innovazione tecnologica, un buon programma totalmente condivisibile, soprattutto alla luce della grave indicazione del Movimento 5 stelle che vuole abolire il fondo all’editoria, per un sentimento di avversione nei confronti della stampa” spiega l’esponente del centrodestra. “Le conseguenze prodotte dall’innovazione tecnologica – aggiunge – con la fuga dei lettori dalla carta stampata verso l’on line sono sotto gli occhi di tutti, con una perdita complessiva di posti di lavoro, visto che internet non e’ stato finora in grado di supplire al calo occupazionale. Pertanto è più che condivisibile l’attenzione del governo per l’occupazione giovanile nel settore dell’editoria, nell’ambito di un’attenzione piu’ generale per combattere la disoccupazione”. “Infine – conclude Lainati – è giusto richiamare la necessità di intese con Google e con altri operatori, fondamentali e non più rinviabili”.
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