”Contrarietà ad ogni provvedimento che appesantisca il già gravissimo squilibrio di risorse pubblicitarie tra tv e carta stampata, come accadrà assai probabilmente con il testo governativo, che rende più flessibili i limiti sulle interruzioni e modifica la normativa sulle autopromozioni nelle tv commerciali nazionali”, è stata ribadita dal sindacato dei giornalisti chiedendo, pertanto, che venga chiamata in audizione anche la Fieg, ad esprimere il punto di vista del comparto più penalizzato dell’informazione italiana.
Oggi il Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ed il Presidente, Roberto Natale, sono stati ascoltati dalle Commissioni Cultura e Trasporti della Camera in merito allo schema di decreto legislativo su tv e internet approvato dal governo a dicembre. I due vertici sindacali hanno sottolineato che ”anche il recepimento della disciplina europea in materia di product placement, cioè la pubblicità non dichiarata di prodotti all’interno dei programmi, avviene senza alcuna restrizione, come invece sarebbe indispensabile se si volesse tener conto dell’anomala ripartizione fra tv e giornali che distingue negativamente l’Italia dal resto dell’Europa occidentale. Il dilagare dei marchi in tv è fenomeno che, a giudizio del sindacato dei giornalisti, non può essere considerato solo in termini di calcolo economico, visto il suo impatto sul pubblico, in particolare su quello più giovane. E’ auspicabile dunque che il Parlamento voglia acquisire in materia anche il parere del Consiglio Nazionale degli Utenti e del Comitato Media e Minori”.
La Fnsi ha inoltre espresso critiche alla modalità di calcolo del numero dei canali nel digitale terrestre, che è fatta in modo da permettere l’aggiramento sostanziale dei limiti antitrust e da riprodurre i limiti del duopolio che hanno già profondamente segnato l’età dell’analogico.
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