Il caso Paragon fa infuriare i giornalisti. Le sigle del mondo sindacale e della rappresentanza professionale si schierano con il direttore di FanPage Francesco Cancellato. Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, ha tuonato: “Nessuno si illuda di far cadere questo scandalo nell’oblio. Continueremo a chiedere chiarezza sugli autori di questo atto illegale”. Bartoli prosegue: “Spiare i giornalisti, come accaduto ora ma anche troppe volte in passato, non è ammissibile. I funzionari infedeli dello Stato che hanno fatto ciò vanno cacciati, chiunque essi siano”.
La rabbia di Bartoli parte dalla considerazione che “il principale scopo di spiare un giornalista è quello di carpire le sue fonti, che sono tutelate per legge dal segreto professionale. Senza fonti diventa impossibile continuare a fare giornalismo di inchiesta, che è fondamentale per fare sapere ai cittadini quello che accade lontano dai riflettori”. Si tratta, per Bartoli di una battaglia per “il buon giornalismo” che rappresenta “un pilastro della democrazia”.
Non solo Cnog, anche la Federazione Nazionale della Stampa si schiera con Cancellato. “La libertà di informazione è uno dei capisaldi della nostra Costituzione. Vogliamo credere che lo spyware non sia stato usato dalle autorità italiane, ma non possiamo neppure dimenticare che in sede di approvazione del Media Freedom Act l’Italia era stata tra i Paesi che chiesero maggiore libertà nel controllo dei giornalisti e dei mezzi di informazione”, ha affermato la segretaria generale Alessandra Costante. Che ha aggiunto: “Ricordiamo a tutti che secondo la nostra Costituzione l’informazione non può essere soggetta a controlli né censure. La speranza è che non emergano altri casi, ma siamo pronti ad ogni iniziativa per tutelare i colleghi spiati nonostante i divieti della Costituzione e delle leggi italiane ed europee”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, che si è chiesto: “La società Paragon che fornisce spyware aveva contratti in Italia? E li aveva con agenzie governative? O comunque con apparati dello Stato italiano? Il governo ha il dovere di spiegare. Pubblicamente. E con urgenza. E nel caso dire quali giornalisti sono stati spiati, da chi e perché. Questa vicenda sta assumendo contorni inquietanti. Per questo formalizzeremo la richiesta di spiegazioni da parte della Fnsi in occasione della riunione dell’Osservatorio cronisti minacciati fissata per la prossima settimana”.
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