Il Piracy Shield va già in pensione, arriva un nuovo scudo anti-pezzotto e, anche stavolta, sarà l’Agcom a governarlo. Il nuovo strumento per fermare i pirati è costato due milioni di euro e tanto costerà per ogni anno in cui resterà in funzione. Costeranno a tutti perché a finanziarlo sarà lo Stato. E il denaro servirà a trovare soluzioni e accordi con le “solite” major digitali (a cominciare da Microsoft e Amazon) oltre che a pagare i lavoratori delle aziende di tlc chiamati a scandagliare il web alla ricerca di pezzotti. Che, così, riuscirà a scovare i pirati a favore delle reti private che trasmettono contenuti a pagamento. E, soprattutto, a raccogliere le segnalazioni che arriveranno dai broadcaster, come Sky e Dazn, per disattivare i siti pirata. Il tema si annoda, in prima battuta, a quello del calcio. Già perché la trasmissione pirata degli eventi sportivi rappresenta forse la prima, per “frequenza” e giro d’affari, voce del fenomeno.
La palla, è proprio il caso di dirlo, ora passa al parlamento. Che dovrà trovare un veicolo per rendere legge il nuovo progetto di scudo anti-pezzotto. È probabile che l’emendamento spunti nella nuova legge sull’intelligenza artificiale che sarà presentata dal sottosegretario all’innovazione Alessio Butti.
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