Son dazi per tutti, soprattutto per l’Europa che rischia di dover rinnegare se stessa pur di accettare le condizioni (capestro) imposte dalla Casa Bianca a cominciare dalla questione web tax. Un appello a Bruxelles affinché non ceda sulla trincea delle normative digitali e, soprattutto, non allarghi ancora di più l e maglie già larghe della tassazione e delle leggi fin troppo permissive a favore dei Big Tech. È arrivato da Meritocrazia Italia che chiede alla Commissione e alle istituzioni comunitarie di non cedere alle pressioni fortissime che giungono dagli Stati Uniti.
La nota diffusa dall’organizzazione è un recap di tutto ciò che sta succedendo e un richiamo all’Ue affinché continui a mettere ordine in uno scenario a dir poco oligopolizzato: “I giganti della Rete, molti dei quali battenti bandiera americana, crescono ormai da anni, e il giro d’affari continuerà ad aumentare di volume anche nel prossimo futuro. Servizi apparentemente gratuiti fruttano ricavi le cui cifre raggiungono quasi il 90% del pil italiano. Eppure oggi resta il paradosso di imprese che, da un lato, guadagnano somme inimmaginabili e, dall’altro, contribuiscono in misura irrisoria al pagamento di tasse e tributi. Impiantano la propria sede in Paesi a fiscalità agevolata e risparmiano eludendo il fisco”. Ma non è tutto: “Oggi, lo strapotere dei gestori delle grandi piattaforme che non è soltanto economico, avendo il pieno controllo anche di contenuti e informazioni, avendo accesso ai dati personali di milioni e milioni di utenti, e potendone monitorare le abitudini di con-sumo, con profilazioni non sempre consentite e autorizzate – trova una tutela in più. E tutto grazie al braccio di ferro di potenze mondiali senza scrupoli. Stupisce che una notizia di tal fatta passi lontano dai riflettori mentre l’Europa, che pagherà un prezzo altissimo per la rinuncia alla web tax e, di fatto, alla sovranità digitale sacrificate sull’altare del negoziato di Washington, si affanna a gettare fumo agli oc-chi sul recupero della finanza necessaria al Recovery Fund con imposizioni fiscali alternative che, neanche a dirlo andranno a cari-co di tutti, tranne che dei giganti”.
L’allarme è seguito dall’appello: “Meritocrazia Italia invoca una più decisa partecipazione dei Paesi Ocse e di quelli che compongono il G20 affinché si possa finalmente fornire la necessaria regolazione multilaterale, in una materia che è destinata a dominare nei prossimi anni sul piano fiscale e commerciale a livello globale. L’Europa promuova la collaborazione e non assecondi politiche predatorie. Sul presupposto che l’Italia debba giocare attivamente la partita, Meritocrazia chiede, altresì, al Presidente del Consiglio di farsi portatrice dei valori fondanti la democrazia con l’applicazione di quel giusto criterio di tassazione che riequilibri lo strapotere dei colossi e affinché una tale ricchezza possa essere investita in equità e valore sociale, in ricerca scientifica, sanità, scuole e per tutto quanto possa servire ad innalzare culturalmente un Paese che ha ormai perso di vista le vere priorità”.
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