Sarà l’università di Pisa a coordinare gli studi di 18 atenei europei, su mandato della Comunità europea, nelle ricerche per l’Internet 3.0 che, spiega una nota dell’ateneo pisano, “metterà in rete tra loro non solo i computer, ma oggetti diversi e di uso quotidiano, dotati di una propria ‘intelligenza’ e capaci di comunicare tra loro attraverso piccoli sensori che trasmettono e ricevono informazioni: il risultato sarà un universo fisico interconnesso, già ribattezzato ‘internet delle cose’”. Si tratta di applicazioni per telefonini, frigoriferi e altri oggetti della vita quotidiana per i quali l’Europa ha deciso di stimolare e finanziare uno spazio comune di ricerca e formazione attraverso la creazione di una rete di eccellenze raccolte intorno allo European Institute of Embedded Control (Eeci), nell’ambito del quale Pisa coordinerà gli studi di dottorato di 18 università italiane, tedesche, francesi, spagnole, olandesi e greche per la creazione di un percorso comune di eccellenza negli studi, che, prosegue l’ateneo pisano, “porterà alla formazione di una comunità scientifica di giovani di alto livello e dalle solide basi comuni”. “L’Ue – aggiunge il rettore di Pisa Massimo Augello – sta finanziando molti progetti legati al cosiddetto Internet 3.0, poiché mira a conservare e se possibile consolidare il primato acquisito in questo campo su Stati Uniti e Giappone. La questione della formazione è dunque decisiva: per questo, la firma della convenzione che assegna il ruolo alla nostra università rappresenta per l’Italia un’importante opportunità per rimanere all’avanguardia in un settore tecnologico strategico e molto promettente in quanto a sviluppi applicativi”. Antonio Bicchi, direttore del centro ‘Piaggio’ dell’università di Pisa e ideatore della convenzione, sottolinea che la creazione di “una rete internazionale di atenei e laboratori interdisciplinari” permetterà “di integrare l’Internet degli oggetti sempre di più con campi di ricerca molto diversi: robotica, informatica, medicina, generando applicazioni e risolvendo problemi quotidiani e socialmente molto rilevanti”.
Alberto De Bellis
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