È stato trascinato in tribunale dai dipendenti licenziati da Twitter. Ora che dal social è stato “licenziato” anche lui a furor di popolo, a seguito di un sondaggio sul suo stesso profilo che gli ha decretato lo sfavore del 57% degli utenti, Elon Musk si gioca la carta dell’archiviazione contro la class action intentata contro di lui da più di cento lavoratori allontanati dalla piattaforma dell’Uccellino blu. Il collegio difensivo che assiste il magnate di origini sudafricane punta il dito contro l’eterogeneità dei querelanti. Ogni caso è diverso, così come ogni posizione è a sé: ergo le posizioni non possono essere unite in un solo unico procedimento. Per queste ragioni, gli avvocati di Twitter hanno chiesto al tribunale della California a cui si sono rivolti gli ex dipendenti di archiviare la causa. O, quantomeno, di agevolarne il trasferimento a un tribunale del Delaware, sede legale della società.
Per i legali di Musk, inoltre, c’è un altro problema legato alla concretezza delle accuse che avrebbero bollato come inconsistenti, “vaghe e imprecise”. Uno degli avvocati che, invece, difende gli ex dipendenti di Twitter fa appello a Musk con toni che, in tralice, tentano di rappresentarlo come uno Scrooge digitale: “Siamo fiduciosi nelle nostre affermazioni”, ha spiegato Shannon Liss-Riordan, “chiediamo a Elon Musk di mostrare un po’ di spirito natalizio, di onorare la legge e le promesse fatte ai dipendenti”.
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