“Nella serata di martedì diversi collaboratori del quotidiano e del sito hanno ricevuto una mail, firmata dall’amministratore delegato Giuseppe Cerbone, che dispone con effetto immediato un taglio del 25% della loro retribuzione”. Lo ha denunciato in una nota il comitato di redazione del Sole 24 Ore i cui componenti si sono dichiarati “sorpresi” dalla decisione giunta in un momento decisivo e delicato come l’attuale.
Tra le ragioni di sorpresa, il Cdr spiega: “La comunicazione, infatti, faceva riferimento a un presunto accordo con le strutture redazionali. Presunto, perché il Cdr del quotidiano non era stato in alcun modo informato dell’iniziativa. La mail è stata, quindi, inviata seguendo criteri e con un perimetro al momento sconosciuti: ne abbiamo chiesto conto al direttore, senza ricevere per ora risposta. Ci hanno, poi, sorpreso i toni di una lettera che, agendo con effetto retroattivo per il mese di aprile e senza fare distinzioni tra i diversi casi personali, calpesta la dignità di colleghi che, ogni giorno, contribuiscono in modo irrinunciabile alla fattura del giornale, del sito e dei molti prodotti collegati”.
Ma non è tutto: “Soprattutto, però, ci ha sorpreso la scelta di prendere una decisione di respiro così corto in un momento così cruciale. I segnali che arrivano, ad esempio dagli ottimi risultati dei nostri prodotti digitali in abbonamento, ma, pare, anche sul fronte del giornale su carta nelle ultime settimane, dicono chiaramente che il nostro futuro va orientato alla qualità dell’offerta informativa”.
Quindi la conclusione: “In nome di un risparmio immediato, si rischia di compromettere presente e futuro di prodotti strategici per la nostra testata, nati e cresciuti proprio grazie al rapporto stretto con un gruppo selezionato di collaboratori. Anche se questi collaboratori non sono dipendenti del quotidiano, fanno a pieno titolo parte del nostro patrimonio, fatto di competenze e giornalismo specialistico di qualità. Per questo stiamo agendo e agiremo con la massima forza per tutelarli e per evitare che questo patrimonio vada disperso”.
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