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Scorporo della rete, gli azionisti di Telecom si rivolgono al Governo

Continuano le pressioni di Telecom per convincere la Cassa Depositi e Prestiti ad investire nello scorporo della rete. Asati, l’associazione che raggruppa i piccoli azionisti dell’operatore della telefonia, si è rivolta direttamente a Enrico Letta. Il Presidente del Consiglio aveva escluso qualche giorno fa l’entrata della Cdp nel capitale di Telecom, ma la riflessione sul tema è tutt’altro che chiusa. Asati sottolinea la necessità di risorse per le reti di nuova generazione, che si configurano come un interesse dello Stato, e di conseguenza della Cassa nella sua funzione di ente pubblico.

Per ora i vertici della società escludono grosse operazioni finanziarie che coinvolgano Telecom per i prossimi anni. Secca la dichiarazione del presidente Franco Bassanini: “La parola Telecom non c’è nel piano industriale di Cdp concernente il triennio 2013-2015”. Eppure nelle ultime settimane l’amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini, si era dimostrato aperto ad una entrata in scena della Cassa nell’ambito della transizione tra le diverse tecnologie. Infatti il principale obiettivo della Cassa potrebbe essere l’acquisizione delle strutture in rame per favorire il passaggio alla fibra.

Probabilmente la Cdp resta alla finestra anche a causa delle incomprensioni tra l’Agcom e l’UE in merito alle tariffe per l’unbundling. Se i prezzi saranno ridotti o meno lo si capirà tra qualche settimana, quando terminerà l’esame dell’ente di controllo dei regolatori nazionali (Berec). Solo a quel punto si farà chiarezza nella situazione del mercato e, forse, la Cassa scioglierà le riserve sui propri piani.

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