Molte le novità introdotte al sistema di erogazione e di calcolo dei contributi all’editoria dallo schema di regolamento (atto 183), messo a punto dal sottosegretario Paolo Bonaiuti, che in questi giorni è approdato alle Commissioni parlamentari per il parere.
COOPERATIVE GIORNALISTICHE
I contributi per le cooperative giornalistiche saranno parametrati su costi e copie. La prima parte, quella fissa, sarà pari al 50% dei costi ammissibili risultati dal bilancio, inclusi gli ammortamenti, e comunque non oltre i 2 milioni di euro annui per ciascuna impresa. C’è poi la parte variabile, quella legata alle copie. Non più stampate, però, ma quelle che arrivano nel canale della distribuzione: l’aiuto dello stato sarà pari a 0,09 euro a copia, fino a un massimo di 50 milioni di copie annue finanziabili. E comunque questa voce non potrà superare il 60% dei costi indicati per accedere alla prima voce di finanziamento.
Facendo un po’ di conti, il contributo annuo non potrà superare complessivamente i 6,5 milioni di euro, tra parte fissa e variabile. Contro i 7-8 milioni che finora potevano, alle stesse condizioni, essere raggiunti.
GIORNALI DI PARTITO
Per i giornali di partito, invece, la riforma è più soft e resta il riferimento alle copie tirate.
DIRITTO SOGGETTIVO
Si applica il principio che, in caso di insufficienza delle risorse stanziate sull’apposito bilancio autonomo di Palazzo Chigi, «agli aventi titolo spettano contributi ridotti mediante riparto proporzionale». Verrebbe così meno il diritto soggettivo ad avere gli aiuti.
Antonietta Gallo
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