Per il superconsulente del governo, Francesco Caio, la situazione in Italia è difficile (adsl lentissime o non conformi ai valori dichiarati) e se non si interviene subito, per colmare il gap col resto dell’Europa, la situazione peggiorerà. Il documento contenete il “Rapporto Caio” era, fino a pochi giorni fa, riservato, letto solo da pochi addetti ai lavori vicini alle stanze del potere, ora è diventato disponibile a tutti gli utenti internet.
È il classico bilancio impietoso. Per Telecom Italia, saremmo a un passo dal completare la copertura banda larga nazionale. Per Caio, la percentuale ufficiale è gonfiata dalla presenza delle “Adsl anti digital divide”, che vanno solo a 640 Kbps. Velocità che, secondo il consulente, è ormai inadeguata per apprezzare i servizi internet, da quelli dell’intrattenimento e della (video) comunicazione digitale a quelli utili della pubblica amministrazione. Il problema è che Telecom può offrire solo questo tipo di Adsl mignon nelle aree sprovviste di fibra ottica. E Telecom, al momento, non ha nessun piano di espansione per coprire queste zone con fibra ottica.
Caio propone un piano per portare quasi ovunque i 2 megabit (velocità invece considerata adeguata), con finanziamenti pubblici, e un misto di tecnologie: non solo l’Adsl, che in certe zone è troppo costosa portarla o funziona male a causa dei doppini; ma anche il wireless: Hiperlan, Umts/Hspa, WiMax (e, per l’appunto, l’operatore siciliano Mandarin sta ora parlando con i cittadini di Randazzo per eventualmente coprire il comune con il segnale WiMax). Caio stima che degli 1,2-1,3 miliardi di euro, circa il 45 per cento sarebbero concentrati nelle regioni del Nord-Italia, circa 35 per cento nel Centro Italia e il restante 20 per cento nel Sud e Isole.
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