Lo scenario per gli editori digitali italiani è sempre complicato, ma l’ultimo rapporto di ComScore riesce a dare notizie molto interessanti, da tenere sicuramente d’occhio. La crescita di fruizione di contenuti editoriali da dispositivi mobile non conosce freni. La società specializzata nell’analisi dei dati relativi al web parla infatti di una crescita del 18% dei lettori che arrivano alle notizie attraverso tablet o smartphone. In altri termini, fino ad aprile 2016 gli italiani ad accedere alle news da dispositivi mobili sono stati 25 milioni.
Lo studio si è concentrato sul pubblico dei grandi editori italiani con delle misurazioni multipiattaforma. I dati complessivi parlano di una crescita significativa delle audience, con il picco rappresentato dal +56% del Fatto Quotidiano. In crescita anche Banzai e Rcs (+29-30%), ma se da una parte il pubblico aumenta, da un’altra c’è una sorta di fuga: tutti i gruppi monitorati fanno segnare il segno negativo quando si valutano gli accessi da computer desktop facendo calare leggermente i numeri. Per fare un esempio, a fronte del +56% dei lettori del Fatto Quotidiano da mobile, sommando il traffico di computer, tablet e smartphone la crescita raggiunge “solo” il 31%.
I dati più interessanti si ottengono osservando il mix dei dispositivi utilizzati: ad aprile 2016 la grande maggior parte degli utenti hanno letto le notizie esclusivamente da mobile. La crescita misurata negli ultimi 12 mesi va dal 36% di Banzai al 126% del Gruppo Mediaset. I numeri di chi accede solo da desktop? Si trovano in una forbice compresa tra il -5 e il -27%.
Secondo il rappresentante italiano di ComScore, Fabrizio Angelini, “lo spostamento delle audience sui device mobili è un fenomeno in accelerazione”. Valutare appieno l’impatto del mobile nella dieta mediatica è molto importante per sviluppare modelli che possano reggere il passo con l’innovazione tecnologica. Per questo motivo, adesso diventa necessario far emergere “nuovi modelli di monetizzazione dei siti web ed efficaci strategie pubblicitarie a beneficio della sostenibilità economica degli editori”, conclude Angelini.
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