Tutti a casa. Serpeggia un’indiscrezione che fa rumore: sia nel centrodestra che nel centrosinistra ci sarebbe l’idea di dimettersi tutti per dare una smossa a una Commissione di vigilanza impallata da mesi che non riesce a decidere granché. Un’altra idea sarebbe quella di ricorrere al precedente Villari. Eletto, lui esponente dem, dalla maggioranza di centrosinistra nonostante la prassi imponga che, alla presidenza della Commissione vigilanza Rai, debba venir eletto un esponente dell’opposizione. La questione è legata allo scontro, furioso, che oppone centrodestra e presidente, la M5s Barbara Floridia, con il no delle opposizioni all’ipotesi Simona Agnes alla presidenza Rai che ha fatto saltare i gangheri e gli equilibri inducendo la maggioranza a non presentarsi più ad alcuna “chiamata” o convocazione di Floridia. La situazione, sussurrano quelli che la sanno lunga, potrebbe esplodere con la convocazione dell’ad Gianpaolo Rossi.
Altrove, invece, si spera che le parti parlamentari riescano a trovare una quadra. Che non prescinda, per forza, dall’azzeramento della Commissione di vigilanza nell’attuale composizione. Il modello sarebbe quello che ha portato, ieri, a sbloccare l’altra impasse che teneva gelato il Parlamento attorno alla nomina di quattro giudici costituzionali. L’ipotesi del dialogo è tra quelle avallate da Antonio Tajani che ha spiegato ai cronisti: “È sempre auspicabile che si trovi un accordo anche sulla Rai, è giusto che si faccia funzionare tutto l’apparato della tv pubblica e che si sblocchino anche i lavori della Vigilanza. Siamo sempre disposti al confronto”. Tajani ha poi ricordato un altro precedente importante: “Noi votammo Petruccioli presidente, è una scelta di buon senso. Agnes è una persona di garanzia, lo sanno tutti, basta chiederlo ai giornalisti Rai. Si deve trovare un accordo con l’opposizione sulla Rai. Noi non abbiamo mai avuto atteggiamenti di ostilità nei confronti di posizioni che possano dare soddisfazione, abbiamo partecipato agli Stati generali, abbiamo detto facciamo la riforma”.
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