Editoria

Quotidiani, la crisi infinita: i dati Agcom del primo semestre ’24

La crisi infinita dei quotidiani: la fotografia drammatica dell’Agcom, le vendite calano nei primi sei mesi di quest’anno del 9,2 per cento. La proporzione si fa ancora più drammatica se il dato si confronta con quello del 2020: la perdita è un’emorragia totale del 29,4%. In pratica, non si vende più una copia su tre. Tengono, nel crollo generale, i nazionali rispetto ai giornali locali, i primi hanno perduto “solo” l’8,9% mentre i secondi hanno lasciato sul terreno quasi una copia su dieci: -9,5%. Più o meno il calo patito dalle copie cartacee (-9,2% per un totale di poco superiore a 1,1 milioni, dato che si fa tragico rispetto a quello del 2020 -32,3%). Ma il problema vero sta nel fatto che le copie digitali non siano riuscite nemmeno a tamponare le perdite: sono state solo 190mila le copie giornaliere vendute. Il digitale si conferma un affare solo per i “grandi” stando all’Agcom, infatti, rappresentano poco meno del 60% delle copie complessivamente vendute.

L’analisi per gruppi editoriali in termini di copie complessivamente vendute vede, nel primo trimestre 2024, Cairo-RCS quale principale player sul mercato italiano a fronte di una quota di mercato pari al18,8% che include Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport. Segue Gedi con il 14,8% di mercato, poi c’è Caltagirone Editore (Il Messaggero, Il Mattino e altre tre testate) e Monrif Group (Qn-Quotidiano Nazionale, e cioé Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con il 9,3% e l’8,0%.

Fuori dal podio ci sono Il Sole 24 Ore (4,8%), Amodei (Corriere dello Sport e Tuttosport comprensive delle edizioni del lunedì rappresentano il 4,3% del mercato) e il Gruppo Tosinvest con il 4,0% (con le testate Il Giornale, Libero e Il Tempo). La prima testata per volumi di vendita resta il Corriere della Sera con il 12,9% del mercato, segue Repubblica con il 7,2%. Al terzo posto c’è la Gazzetta dello Sport (5,8) e quindi La Stampa (5%).

Luca Esposito

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