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POLIGRAFICI EDITORIALI:”SE IL GOVERNO NON AFFRONTA IL TEMA EDITORIA METTEREMO LE LORO NOTIZIE IN CODA AI GIORNALI”

Bologna, 15 novembre 2012 – «Illustri governanti, onorevoli e politici, se non interverrete nel settore dell’editoria ci costringerete ad azioni di protesta senza precedenti». Andrea Riffeser Monti, amministratore delegato e vicepresidente della Poligrafici Editoriale, lancia un appello al premier Monti e al parlamento a conclusione del consiglio di amministrazione che ha approvato ieri il resoconto al 30 settembre. Risultati che indicano una flessione dei ricavi a 153,5 milioni ben più contenuta rispetto alla media del mercato, evidenziano l’aumento del 5% della media dei lettori che conferma il «forte radicamento e l’apprezzamento dei lettori» delle testate del gruppo, QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno. Nei primi nove mesi il gruppo ha registrato perdite per 6,2 milioni, il Mol è positivo ed è in fase di attuazione il piano 2012-2014 di riorganizzazione dei costi, elaborato per contrastare gli effetti negativi della contrazione della raccolta pubblicitaria comune a tutti i media. Assieme agli interventi strutturali sul costo del lavoro, in questi mesi la Poligrafici Editoriale sta valutando operazioni di collaborazione tra vari editori sia sotto il profilo pubblicitario sia nel settore della stampa, attraverso la Poligrafici Printing.
Ma è proprio la caduta della pubblicità il contraccolpo più evidente della crisi generalizzata sul settore dell’editoria.
«Il 40% dei giornali italiani rischia la chiusura – osserva Riffeser Monti – servono dunque attenzione e decisioni immediate da parte del governo per tamponare la situazione ormai insostenibile». Perché la crisi dell’editoria italiana e europea continua ad aggravarsi, come testimoniano anche i recentissimi licenziamenti e le chiusure in Spagna: «La spirale negativa si avvita ulteriormente con le edicole che chiudono e giornali che perdono vendite», osserva l’amministratore delegato.
«Il cittadino non trova più il giornale, soprattutto nei giorni di maggiore lettura come sabato e domenica: chiediamo liberalizzazioni intelligenti, che non penalizzino nessuno». La defiscalizzazione degli investimenti pubblicitari sarebbe un’opportunità per le imprese, un incentivo al ciclo economico e un sostegno a un settore decisivo per un paese civile.
«Per tamponare la situazione di grande difficoltà – avverte l’amministratore delegato – sarebbero indispensabili provvedimenti rapidi e anche non onerosi per i conti dello Stato ma se i partiti, il parlamento, il governo non valuteranno in modo adeguato la criticità del settore e le proposte dimenticate nei cassetti sapremo cosa fare». Riffeser Monti non nasconde la delusione per il black-out delle normative che il governo avrebbe dovuto varare sulla modernizzazione e la salvaguardia della lettura e come editore puro pensa dunque a una storica protesta: fin dai primi giorni del gennaio prossimo la politica e gli affari di governo potrebbero venir spostati nell’ultima parte del giornale, pur mantenendo intatti i valori dell’equilibrio e della correttezza dell’informazione. L’invito ad affrancarsi dai politici è rivolto agli altri editori che abbiano a cuore «la salvaguardia della libertà di stampa, garantita della Costituzione, e di un settore fondamentale per la civiltà di un paese».

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