Ok quasi unanime dall’Aula del Senato al ddl che introduce una nuova disciplina nei prezzi dei libri. Le norme approvate ieri, con il voto di tutti i senatori e l’astensione dei radicali Donatella Poretti e Marco Perduca, impongono un tetto massimo pari al 15% del prezzo di copertina allo sconto applicabile ai libri in prima uscita. La norma, è opinione diffusa a palazzo Madama, punta così da un lato a promuovere la lettura, ma dall’altro a salvaguardare editori e librai.
“Definire una nuova disciplina del prezzo dei libri non è una questione solo economica – ha affermato il senatore Vincenzo Vita, durante la discussione in Aula sul ddl – ma attiene alla salvaguardia della cultura, in quanto il libro è un bene che garantisce emancipazione e pluralismo, in contrasto con la dipendenza e l’omologazione imposti dalla televisione”. I libri – ha proseguito Vita – nono possono essere considerati merci da consumare, quindi occorre regolare il mercato affinché librerie e case editrici di piccole e medie dimensioni non restino penalizzate dalla grande distribuzione, dato che il rischio incombente della loro chiusura pone a repentaglio una parte qualitativamente importante della cultura, in un contesto nel quale, peraltro, l’Italia vanta il triste primato del più basso indice di consumi culturali in Europa”.
”Per salvaguardarle e promuovere la lettura come leva per l’innovazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese, con il disegno di legge si stabilisce un tetto massimo allo sconto praticabile sul prezzo di vendita, che è stato definito nella misura del 15 per cento. Si è trovato così un punto di equilibrio tra lo sconto del 5 per cento applicato in Francia già dal 1981 e il modello applicato in Gran Bretagna e Irlanda, dove la liberalizzazione del settore ha causato una riduzione del numero dei lettori”.
Antonietta Gallo
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