Lo aveva anticipato La Stampa, ora la conferma arriva da Campbell Brown, responsabile degli accordi con gli editori, che ne ha parlato al Digital Publishing Innovation Summit in corso a New York. L’annuncio arriva una settimana dopo che 2000 testate americane hanno chiesto al Congresso di rivedere le leggi sull’antitrust e trattare tutti insieme con Facebook e Google le condizioni per l’uso dei loro contenuti. Il social network da due miliardi di iscritti si trova nella curiosa condizione di non essere un produttore di notizie, se non in minima parte, ma un formidabile mezzo di diffusione e amplificazione, che dalla sua popolarità ricava enormi guadagni pubblicitari. «Anche se Facebook non è un editore, siamo una parte importante dell’ecosistema delle news – ammettono a Menlo Park – quindi abbiamo la responsabilità di lavorare con questo ecosistema e renderlo migliore per tutti». Come previsto, il meccanismo si baserà sugli Instant Articles. Si tratta di un formato specifico di Facebook che consente di ridurre il tempo di caricamento delle pagine su smartphone in modo da poterle leggere appena si tocca un link. I giornali potranno pubblicare gratuitamente dieci notizie ogni mese nel formato Instant Articles, ma poi sarà necessario un abbonamento per leggere le altre. I giornali potrebbero scorporare i contenuti vendendo ad esempio pacchetti relativi allo sport o alla moda o alle notizie locali, un po’ come fanno le tv via satellite. Le prime testate potrebbero debuttare a ottobre, mentre per il prossimo anno la diffusione delle notizie in abbonamento dovrebbe essere estesa a tutto il mondo. (La Stampa)
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