Michele Emiliano interviene sulla situazione della Gazzetta del Mezzogiorno. Dopo le accuse dei giornalisti del quotidiano, le istituzioni si svegliano. Ci voleva lo ”schiaffone” del cdr per far piovere agenzie sul strano e drammatico caso dei giornalisti che da due mesi non vanno in edicola. Perché la battaglia davanti ai giudici del tribunale fallimentare di Bari ha assunto contorni sempre più complicati. Dal governatore Michele Emiliano e fino ai sindacati, passando per i parlamentari, politica e sigle di categorie prendono posizione sulla vicenda che si trascina dal 1 agosto scorso e che non sembra ancora in dirittura di risoluzione.
Michele Emiliano ha affidato ai social una sua considerazione. “Sono esattamente due mesi che la Gazzetta del Mezzogiorno non è più in edicola. Un vuoto gravissimo nella storia dell’informazione che colpisce direttamente la nostra comunità. Oltre 130 lavoratori stanno patendo sulla loro pelle questa situazione”. Fin qui, lo foto della situazione. “Giornalisti e poligrafici da tre anni vivono un dramma occupazionale senza avere prospettive certe. E ciononostante non hanno mai smesso di testimoniare, in ogni modo possibile, il loro attaccamento alla testata e i principi di lealtà e di servizio nei confronti dei lettori”.
Dunque Emiliano ha affermato. “Parlare con una procedura giudiziaria in corso per chi come me riveste una carica pubblica sarebbe stato istituzionalmente scorretto nei confronti dei magistrati che si devono esprimere. Ma la mia vicinanza e partecipazione rispetto a quanto sta avvenendo, alle ragioni dei lavoratori, è totale. Non solo quando ne parlo come adesso pubblicamente, ma ogni giorno, perché seguo questa vicenda in maniera costante”.
Il deputato Pd Paolo Lattanzio ha affermato. “Seguo con attenzione le vicende che riguardano la Gazzetta del Mezzogiorno, ennesima testata storica in Italia che ha cessato le pubblicazioni per problemi economici. Secondo quanto denuncia il sindacato (sic), mentre 134 lavoratori e lavoratrici (tra giornalisti e poligrafici) e le loro famiglie vivono, da tre anni, una complicata trattativa tra editore e tribunale, la Ledi srl si sta attrezzando per avviare una nuova impresa editoriale, selezionando altri lavoratori”. E dunque: “Un malcostume tipico per derogare con nuove assunzioni al Contratto Nazionale di lavoro giornalistico. Nell’esprimere solidarietà e vicinanza a giornalisti e sindacati, non possiamo non augurarci che la Gazzetta del Mezzogiorno torni in edicola con un’altra compagine editoriale, per tutelare il diritto all’informazione di due grandi regioni del Sud come ha fatto per oltre 134 anni”.
Dunque Lattanzio ha aggiunto. “Non posso non far notare però che la situazione della Gazzetta si inserisce nella crisi endemica della stampa italiana. Tra precariato selvaggio, querele temerarie, fallimento dell’Inpgi, stillicidio di testate storiche, proliferazione di infotainment. In questo contesto, gli editori fanno pagare la crisi editoriale ai lavoratori e alle lavoratrici della stampa (poligrafici inclusi)”. Quindi ha concluso. “Occorre ribadire con forza che se il settore dell’informazione è in profonda sofferenza vuol dire che è in sofferenza la democrazia”.
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