L’importanza della stampa locale non la scopriamo ora. Il ruolo che i giornalisti sui territori hanno svolto in tutta la fase dell’emergenza coronavirus è stato di fondamentale importanza. Sentinelle che hanno visto lungo, e prima degli altri, i rischi, i drammi, il potenziale drammatico di un’epidemia che ha costretto gli italiani ad affrontare la più grave crisi della loro storia recente. Impallidisce ogni ricordo, al confronto: chiusi in casa, costretti a pregare per evitare il contagio e per scongiurare l’altro incubo che ora incombe sulle famiglie italiane, quello della disoccupazione. Meglio ancora, quello della povertà.
A raccontare tutto questo, prima di tutti, ci sono stati i giornalisti delle testate locali. Che hanno visto e capito, prima degli altri, che non sarebbe stata una “scampagnata”, un anticipo di “vacanza”. Che, presto, i balconi si sarebbero chiusi. Alcuni per sempre. Mentre gli organi deputati alle decisioni, che si dichiaravano prontissimi al proelio, stanno cincischiando in uno spaurito ping-pong di responsabilità.
Ecco, questa è una delle parole chiave di quest’emergenza. Ieri il Corriere della Sera ha titolato con quattro-cinque parole di grandissima valenza: “E’ l’ora della responsabilità”. Ancora una volta, erano stati i giornali locali ad anticipare l’allarme. Lo aveva fatto, il 10 marzo scorso, il Buonasera Taranto: stesse identiche parole, che lette oggi, appaiono profetiche. È l’ora della responsabilità. Che la classe politica ascolti il suo stesso messaggio e lo applichi: i cittadini lo hanno recepito fin troppo bene.
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