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LE ULTIME NOVITÀ DELL’ATTO DI INDIRIZZO RAI

Rinviata la decisione sui due conduttori, bandite le tabelle tendenziose, Zavoli sollecita chiarezza sul caso Tg1.
La Commissione Vigilanza ha modificato nuovamente il testo durante le riunioni del 18 e del 19 ottobre.

Questa volta nel mirino i filmati, le schede e le tabelle tendenziose che «possono» avere profilo rappresentativo di una tesi precostituita funzionale all’attacco diretto o indiretto degli ospiti presenti in trasmissione o di soggetti che, in quanto assenti, non possono difendersi», recita così l’articolo 18.
Non sono mancate riserve: chi dovrebbe essere il soggetto che giudica la bontà di un contributo? Si domanda Pancho Pardi (Idv); per Enzo Carrà (Udc), sarebbe una censura preventiva.
Per gli oppositori si tratterebbe di una «museruola» contro alcuni programmi e conduttori, tra cui Ballarò che fa spesso uso di schede e tabelle.
Non è passato inascoltato il recente sfogo di Fini che ha chiesto «la testa» di Augusto Minzolini, Zavoli vuole chiarire la vicenda Tg1 e comunica che la Commissione e ascolterà, nonostante il parere contrario del Pdl, i vertici Rai per chiarire i dubbi.
In proposito Flavia Perina (Fli) ha chiesto un’audizione di Minzolini, dell’Usigrai e del DG Lorenza Lei, ma attenzione, pare che l’audizione non coinvolgerà il principale protagonista ovvero il direttore Augusto Minzolini.
Sospesa l’articolo 16 che prevedrebbe i due conduttori negli spazi dedicati all’approfondimento giornalistico in prima serata; una sospensione, chiesta dal democratico Fabrizio Morri, e accettata dal Pdl, a patto che ci sia accordi per un testo definitivo la prossima settimana.
Sarà un accordo difficile, visto che la norma è invisa al Pd: «è l’emendamento Ballarò visto che Annozero non c’è più», denuncia Paolo Gentiloni.
In realtà la norma risale ai tempi di Annozero; ha avuto poi diverse formulazioni fino a quella attuale: «nel caso in cui i più importanti programmi settimanali di approfondimento
informativo- politico si concentrino nelle prime serate, onde evitare il determinarsi di un’evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell’informazione rispetto ad altri, la Rai potrà valutare l’opportunità di sperimentare l’apertura di altri spazi informativi e di approfondimento affidati ad altri realizzatori e conduttori, da posizionare negli stessi giorni, nella stessa fascia oraria, sulle medesime reti, anche all’interno del periodo di programmazione degli approfondimenti già presenti».
Il presidente Zavoli crede che la norma non abbia più senso, essendo cambiate le condizioni originarie (Annozero non va più in onda).
Per la settimana prossima bollono in pentola altri tre articoli: il 17, soprannominato articolo «Gabanelli», il 19 che vieta per almeno due anni la cessazione ai giornalisti che hanno intrapreso ruoli politici di rilevanza nazionale e il 20 che permette ai direttori di Tg di redigere editoriali, purché distinti dalle notizie.
Ad maiora!

Egidio Negri

editoriatv

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