L’ambasciatore russo porta in tribunale “La Stampa”, gli replica il sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles che rivendica la libertà di stampa quale diritto fondamentale e irrinunziabile per la democrazia italiana. La vicenda rientra nello scontro innescatosi tra il giornale diretto da Massimo Giannini e l’ambasciata dopo la pubblicazione di alcuni articoli sull’evoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina. In particolare, il titolo di un pezzo firmato da Domenico Quirico (“Guerra Russia-Ucraina: se uccidere Putin è l’unica via d’uscita”) ha fatto inalberare il corpo diplomatico russo.
Sergey Razov ha tuonato contro l’articolo e ha depositato una denuncia. Quirico gli ha risposto denunciando “la mediocrità del tiranno” Putin e dando del “periferico manutengolo” all’ambasciatore russo, smontando la scelta di trascinarlo in tribunale. A Razov hanno risposto, criticando la sua scelta, anche le sigle sindacali dei giornalisti. Tra cui la Fnsi che, col segretario generale Raffaele Lorusso, ha criticato la scelta di “invocare le regole dello stato di diritto” da parte di chi “le calpesta ogni giorno”.
Il comitato di redazione de La Stampa ha difeso il collega Quirico dopo la polemica che lo ha contrapposto all’ambasciatore russo Razov. “L’esposto dell’ambasciatore russo contro la Stampa ed il collega Domenico Quirico, a cui va tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà”. Ma non basta ancora. “È un attacco pretestuoso e infondato: è un grave atto intimidatorio contro la nostra testata e contro la libertà di stampa che respingiamo con tutta la nostra forza. La Federazione russa, Paese dove la libertà di stampa è quotidianamente osteggiata, negata e repressa anche con azioni violente, non può essere certo d’esempio. Fermi piuttosto subito la guerra, la smetta di uccidere donne, uomini e bambini come sta facendo da oltre un mese in Ucraina”.
Il sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles ha replicato con forza alle veementi rimostranze giunte dai diplomatici di Mosca in Italia. “All’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov, che ha querelato il quotidiano La Stampa, dovrebbe essere chiaro, dopo anni di presenza in Italia, che il nostro è un Paese libero, indipendente e democratico. In cui la libertà di stampa è garantita dalla Costituzione ed è sacrosanta”.
Moles ha dunque concluso. “Sono proprio questi i valori, libertà e democrazia, sui quali si basa la nostra società ed è anche per difendere tali principi che abbiamo scelto da che parte stare. Al direttore Massimo Giannini e a tutta la redazione de La Stampa esprimo la mia piena solidarietà nella certezza che continueranno a lavorare con la professionalità di sempre senza farsi minimamente intimidire”.
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