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L’Ai va di moda, la modella virtuale finisce su Vogue

Una modella virtuale mette in subbuglio il patinatissimo mondo del fashion. L’intelligenza artificiale va di moda, e finisce tra le pagine di Vogue America: il noto brand di Guess si è affidata a una società di marketing digitale, la Seraphinne Vallora, che ha fatto indossare i capi dell’iconica griffe a una modella bellissima ma virtuale. Che è finita pubblicata sul numero di agosto dell’edizione americana della rivista benchmark dell’intero comparto della moda nonché un punto di riferimento obbligato per tutti gli appassionati di moda negli Stati Uniti.

La vicenda ha subito innescato un polverone. C’è l’aspetto tecnico della questione. Che si intreccia ai fatti etici. È giusto pubblicare un’immagine lavorata con l’intelligenza artificiale? È eticamente corretto affidarsi a una modella che non esiste ma che è figlia delle elucubrazioni algoritmiche di un software caricato ad arte? Quali potrebbero essere le conseguenze nei campi della fotografia, del giornalismo, della moda stessa?

E poi c’è un’altra vicenda che non è nemmeno troppo da sottovalutare. La nuova top model, come riferisce Bbc, sarà anche virtuale ma è bellissima, stupenda. Anche di più. Fissa dei criteri di bellezza altissimi. Irraggiungibili per molte ragazze. Un po’ è la riedizione del dibattito che la moda si ritrovò ad affrontare con Kate Moss all’inizio della sua carriera, quando si lanciò la figura diafana della modella come riferimento e criterio di bellezza. Siamo sicuri che non ci siano rischi per le ragazze? Il dibattito è aperto.

Luca Esposito

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