La Commissione europea ha deciso di portare avanti il procedimento contro la Gran Bretagna, che non ha ancora trasposto nel diritto nazionale la normativa comunitaria sulla privacy, in base alla quale i governi devono assicurare la riservatezza delle comunicazioni elettroniche dei cittadini, come le e-mail o la navigazione su internet, vietandone l’intercettazione o la sorveglianza illegali senza il consenso degli utenti.
Bruxelles, non soddisfatta della risposta ricevuta alla lettera di costituzione in mora (la prima fase del procedimento di infrazione) inviata il 14 aprile 2009, ha quindi deciso di andare avanti per garantire il rispetto delle norme comunitarie, inviando al Regno Unito un parere motivato.
La Commissione ha espresso preoccupazione per diverse lacune riscontrate nelle norme vigenti nel Regno Unito a disciplina della riservatezza delle comunicazioni elettroniche, riferendosi, in particolare alla mancata istituzione di una autorità nazionale di sorveglianza preposta al controllo delle intercettazioni e all’accoglimento delle relative denunce da parte dei cittadini, come previsto dalle direttive ePrivacy e sulla protezione dei dati
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