Intelligenza artificiale, un tavolo per il lavoro giornalistico

1
419

Un tavolo di confronto sull’intelligenza artificiale e il lavoro giornalistico. L’iniziativa porta la firma del sottosegretario alla presidenza del consiglio, con delega all’editoria, Alberto Barachini. L’invito di Barachini ha riscosso l’adesione più che interessata delle sigle di rappresentanza del mondo del lavoro editoriale e giornalistico che, sull’impatto con l’intelligenza artificiale, vuole vederci chiaro.

Barachini ha presentato il tavolo affermando che “l’interesse principale” dei lavori programmati “sta nelle conseguenze che l’intelligenza artificiale avrà sul mondo dell’informazione, dell’editoria, del lavoro giornalistico”. Per il sottosegretario: “Abbiamo visto vincere il diritto della forza sulla forza del diritto negli anni delle piattaforme e dei contenuti senza controllo”. Una stoccata diretta agli Over the Top che, invece, sull’intelligenza artificiale investono moltissimo a cominciare da Google. “Oggi – afferma Barachini – dobbiamo ragionare anche sulle fonti alle quali si abbevera l’informazione. Fonti che sembrano sempre più larghe ma, volendo usare una metafora, c’è sempre meno acqua in quelle fonti. Si sono moltiplicate le sorgenti ma l’acqua si sta riducendo in maniera drammatica e non è virtuoso il meccanismo di ricerca delle informazioni ma anzi potenzialmente pericoloso, perché alcune di quelle fonti sono avvelenate”.

Il sottosegretario ha poi ribadito la necessità di farsi trovare pronti a combattere “una battaglia complessa, perché ci scontriamo con una serie di resistenze, non solo delle piattaforme”. Per Alberto Barachini in ballo ci sono confronti e temi che impattano direttamente sulle “responsabilità individuale e collettiva che si devono trasferire in responsabilità politica e di visione”. Quindi ha concluso: “Non è facile perché ogni categoria ha i suoi confini e le sue difese, svegliarci troppo tardi o fermarci troppo tardi”.

1 COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome