Le proposte di Di Pietro su come riformare il settore dei mezzi di comunicazione, apparse sul suo blog, sono poche ma radicali: una sola televisione pubblica, senza pubblicità, finanziata dal canone e sottratta all’influenza dei partiti; Rete4 sul satellite, come chiesto dalla sentenza dell’Ue; una sola rete ai concessionari privati (come Mediaset); abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria; una legge sul conflitto d’interesse, sul sistema radiotelevisivo, che metta limiti ai concessionari ad avere reti nazionali. Una linea dura, lontana dall’impostazione che il Pd di Veltroni intende dare alla campagna elettorale. A chiarire le cose ed evitare ulteriori polemiche ci ha pensato Marco Follini, responsabile delle comunicazioni del Pd: “La posizione dei democratici, è contenuta in due proposte di legge presentate in Parlamento, le proposte Gentiloni, che non contengono le proposte di Di Pierto e che i democratici si impegnano a portare aventi”. Lo stesso Di Pietro si è affrettato a chiarire, facendo un passo indietro: “Il mio partito si riconosce nel programma e nell’azione di governo che Veltroni vuole portare avanti anche in riferimento alla riforma del sistema radiotelevisivo. Sarà Veltroni ad affrontare il problema in modo responsabile e garantendo i diritti acquisiti”.
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