Il ministro Dario Franceschini ha annunciato di aver costituito il gruppo per la nuova legge sul libro. Della task force individuata dal ministro della Cultura faranno parte funzionari governativi, esponenti degli enti locali e delle associazioni degli editori, i sindacati di categoria insieme agli stake holders del settore.
Come si legge in una nota proprio dal Ministero della Cultura, il gruppo di lavoro sarà presieduto dal capo di gabinetto, Lorenzo Casini, e coordinato dal consigliere del ministro, Gianluca Lioni. Parteciperà ai lavori la dirigente a capo dell’Ufficio Legislativo, Annalisa Cipollone, insieme al direttore generale Biblioteche e diritto d’autore, Paola Passarelli. Sarà della partita anche il presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Marino Sinibaldi. Insieme a loro, una rappresentanza designata dai ministeri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dal Dipartimento dell’Editoria, dalla Conferenza delle Regioni, dall’Unione delle Province Italiane, dall’Anci.
La task force, infine, sarà completata dai rappresentati che saranno incaricati dall’associazione Italiana Editori, dall’associazione degli Editori Indipendenti, dall’associazione Librai Italiani. Insieme a loro anche i rappresentanti del sindacati Italiano Librai e Cartolibrai e dell’associazione Italiana Biblioteche. Inoltre saranno della partita anche esponenti provenienti dal mondo delle librerie appartenenti a gruppi editoriali e da questi gestite, dalla sezione traduttori editoriali Strade in Slc-Cgil, dall’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti, dall’Associazione degli Agenti Letterari Italiani e dalla Siae.
Il gruppo di lavoro avrà tempo fino al 31 ottobre prossimo per consegnare al ministro Franceschini la relazioni con le proposte. Il compito della task force sarà quello di ridisegnare il mercato del libro e di superare le contraddizioni tra i punti vendita fisici e quelli virtuali e digitali. Un compito importante per un settore, quello dell’editoria, che vive una fase interessante per quanto fragile. E su cui le istituzioni non possono più rimanere a guardare.
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