“Il Pnrr non ha posto il tema dell’informazione. Ci saremmo aspettati vi fosse e sarebbe un’occasione perduta se in una fase di rilancio del Paese non si rilanciasse anche l’informazione. Se qualcuno pensa che la soluzione di tutto sia trovare dei soldi per finanziare i prepensionamementi dei giornalisti non ha proprio capito nulla…”. Così parlo Raffaele Lorusso a maggio scorso. Sono passati soltanto pochi mesi eppure sembra un’era geologica. Allora c’era già la guerra in Ucraina ma c’era l’idea che, soprattutto, si stesse finalmente uscendo dalla crisi pandemica. Dunque c’era un’aria di quieto entusiasmo, di composta fiducia, che valeva anche per i giornali. Pochi mesi dopo, tutto sembra essere spazzato via.
Gli effetti della guerra alle porte d’Europa si fanno sentire nei rincari assurdi che hanno azzannato tutta l’economia, europea e italiana. Rincari continui, scollamenti drammatici e aziende che rischiano non solo di perdere quote di mercato, mentre le famiglie sono costrette a risparmiare su tutto, ma addirittura a chiudere. Intanto è piombata la campagna elettorale. E, nonostante i giornali siano, al solito, i protagonisti delle schermaglie politiche e partitiche, poco o nulla dicono le forze che si candidano a governare il Paese sul futuro della stampa italiana.
Certo, tutti si riempiono la bocca di pluralismo e altre belle cose. Sicuro, l’esempio inglorioso di Vito Crimi, indimenticabile sottosegretario con delega all’uccisione dell’editoria induce tanti a recedere da bellicosi e bellicisti propositi. Eppure nei programmi elettorali, per l’informazione, non c’è praticamente nulla. Nessuno ne parla, come se la cosa non interessasse la democrazia. Ma gli appelli continui degli organi di vigilanza e di sicurezza pubblica smentiscono e bacchettano il disinteresse dei partiti. Guardate, ci dicono, senza giornali vince la disinformazione. E senza pluralismo ci possiamo sognare la democrazia. Il Pnrr non ha posto il tema dell’informazione, verissimo. Non lo ha posto nemmeno la campagna elettorale. Ricordiamocene.
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