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GLI HACKER NOSTRANI AL SERVIZIO DI RUPERT MURDOCH

Paese che vai, Hacker che trovi.
Il fenomeno che vede i pirati della rete dominare la scena del web sta facendo proseliti anche in Italia.
In particolare in Sicilia è stata individuata una gang di hacker, accusata di “craccare” le smart card delle tv pay-per view e spedita a processo. Fin qui la cosa non stupisce particolarmente (l’Italia non è nuova a fatti del genere), ma la vicenda si fa interessante quando si viene a sapere che il committente degli hacker siculi sarebbe addirittura Rupert Murdoch in persona!
Il magnate delle tv, ovviamente, ha rispedito ogni accusa al mittente e i referenti italiani della sua società si sono giustificati dicendo che dietro l’affare illegale ci sarebbe solo la volontà di testare la capacità dei loro sistemi di resistere alle incursioni. Ma intanto le Autorità locali continuano le indagini, iniziate già agli albori del 2004, quando, grazie ad intercettazioni telefoniche, vennero alla luce dichiarazioni che incastrarono i pirati isolani.
In particolare al centro della vicenda ci sarebbe Pasquale C., il quale come è emerso dalle indagini, avrebbe stretti rapporti con Davide R., noto per essere uno tra gli autori della legge della tutela sul diritto d’autore.
Al di là dei grandi nomi implicati nella vicenda, restano ancora tutte da capire le dinamiche dei fatti.
Certo è che Murdoch a sua volta, prima di essere accusato di combutta con il mondo degli hacker, era stato loro vittima.
Nel 2011, un hacker del gruppo “LulzSec” era entrato nel sito del “Sun” quotidiano di proprietà del magnate australiano e ne aveva annunciato la morte per suicidio. Una bufala che fu subito smentita.
Ora resta da vedere come si svilupperanno le fila del processo che coinvolge personalità molto chiacchierate e un business, quello dell’ “hackeraggio”, che sta prendendo sempre più piede anche nel Belpaese.

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