All’indomani della fiducia al Senato sul decreto “milleproroghe” – che chiude i contributi statali per un centinaio di testate di partito, cooperative e non profit tra cui anche ‘Avvenire”- da Pd e Pdl si moltiplicano le voci contro quello che potrebbe essere un duro colpo per il pluralismo dell’informazione.
Matteo Orfini e Vincenzo Vita si sono impegnati a nome del Pd per una forte iniziativa politica e parlamentare già da martedì, quando il decreto approderà alla Camera. Sarà l’occasione per raccogliere le firme tra tutti i gruppi parlamentari a sostegno dell’emendamento che ripristina il diritto soggettivo delle testate ai finanziamenti: «Costringeremo il governo a mantenere gli impegni presi anche pubblicamente e impediremo che sia colpita l’esistenza di queste voci».
«Noi alla Camera daremo battaglia- fa eco il deputato del Pdl Enzo Raisi – affinchè il diritto soggettivo sia reintrodotto nel decreto milleproroghe. È del tutto evidente però che la decisione ultima è nelle mani di Tremonti», ammette. È quello che dice, dall’opposizione, il senatore del Pd Luigi Lusi: «Ciò che più preoccupa è l’individuazione dei criteri di assegnazione, nel senso che si crea un potere discrezionale enorme di Tremonti nel decidere chi vivrà e chi morirà. E mi sembra del tutto evidente – polemizza Lusi – che in questo momento il vero capo del governo è lui. Che viene meno anche agli impegni assunti davanti al presidente della Camera Gianfranco Fini».
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