Non è mai troppo tardi, l’Agcom sta pensando se aprire un’istruttoria per valutare se tutto a Sanremo è filato liscio. Se la pubblicità a Instagram e ai profili di Chiara Ferragni e Amadeus è stata occulta o se tutto s’è svolto nel rispetto delle regole. Poi ci sono le questioni di contorno (e di colore) legate alla performance di Blanco che ha sfasciato gli addobbi floreali sul palco dell’Ariston e a quella di Rosa Chemical con Fedez. Ma la questione vera è quella della Rai, della Ferragni e di Instagram. A Sanremo sono state messe in atto condotte che hanno violato gli interessi di viale Mazzini? C’è stato qualcuno che, in barba ai regolamenti, ha “utilizzato” l’immensa visibilità del Festival per fare pubblicità a se stesso su altre piattaforme mediatiche?
I fatti sono (stati) davanti agli occhi di tutti. Dirette Instagram fatte dal profilo del conduttore, probabilmente inconsapevole del valore dei follower, e della Ferragni, che, invece, sicuramente conosceva i benefici effetti economici sul suo conto corrente di queste performance. Lo sanno tutti, l’hanno capito tutti ormai, che i social veicolano e creano valori economici. La stessa Ferragni è una sorta di multinazionale digitale, nata e cresciuta proprio sul web.
Il nodo lo ha spiegato qualche giorno fa il Corriere della Sera. Che ha affermato come ci si trovi, adesso, di fronte a un bivio. C’è un contratto tra Rai e Meta? Se sì, spiegano da via Solferino, l’azienda sarebbe nei guai perché non l’avrebbe adeguatamente segnalato ai milioni di spettatori che hanno seguito tutte le fasi del Festival di Sanremo. Ma se non ci fosse un accordo, la Rai sarebbe stata defraudata di un introito, sicuramente importante. E si potrebbe configurare l’ipotesi di un danno erariale.
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