Il Decreto Legge sulle liberalizzazioni n. 1 del 2012 ha interessato anche il sistema di vendita dei giornali. Davvero un passo avanti se si pensa che la disciplina normativa delle edicole risale al 1987. Il decreto ha abolito il limite minimo che era rimasto in vigore finora per la superficie di vendita della stampa quotidiana e periodica. In aggiunta, gli edicolanti potranno adottare degli sconti importanti in relazione alla merce in vendita, potranno rifiutare le forniture di prodotti complementari forniti dagli editori e dai distributori e potranno vendere presso la propria sede qualunque altro prodotto.
Le Associazioni di categoria (Snag-Confcommercio, Sinagi Slc-Cgil, Uiltucs-Gironalai- Usiagfi-Ugl) hanno richiesto che venga comunque mantenuta una programmazione territoriale e che venga introdotto un regime transitorio in attesa della riforma globale del sistema distributivo che comporti il mantenimento del sistema autorizzatorio vigente sino ad una ridefinizione organica della materia.
Un’apertura al mercato e una maggiore autonomia di azione: è questo il mezzo del governo Monti per aiutare le edicole. Ma non mancano le voci di dissenso: «anziché studiare un piano complessivo di liberalizzazioni per non fare torto a nessuno e distribuire le rinunce con criteri di equità, si scelgono tre vittime sacrificali e si procede con crudeltà a dissanguarle». Scrive Vittorio feltri in un articolo del 10 gennaio. «Gli edicolanti – continua Feltri – fanno una vita da disgraziati. In un gabbiotto dalla mattina alle 6 fino a sera tardi per smerciare giornali in quantità ogni dì decrescente. Margini di guadagno irrisori. Fatica bestiale. Essi non possono offrire altri generi merceologici. Perché? Vietato. Però i bar, i supermercati, gli autogrill, praticamente chiunque può vendere quotidiani e riviste. Ma che giustizia è questa?».
A dimostrazione che le modalità di intervento possono andare anche in direzioni opposta a quella tracciata dal Governo Monti, basta dare uno sguardo al modello francese. Il Governo d’oltralpe, per sostenere e dare slancio ad un settore in grande difficoltà economica, ha annunciato l’attuazione di un piano di sostegno “eccezionale”. Con il decreto n. 1086 dell’8 settembre 2011 è stato istituito un aiuto a vantaggio delle edicole. L’aiuto consiste in un compenso dai 1.500 ai 2.000 euro.
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