Nell’era di internet proliferano sul web notizie infondate e riletture storiche fantasiose di guerre o eventi particolarmente rilevanti, come l’attentato alle Torri Gemelle. In quest’epoca i giornali cartacei non possono scomparire, e non lo faranno. Ne è convinto il semiologo, filosofo e scrittore Umberto Eco, che ieri a Torino è stato insignito della Laurea Honoris Causa in Comunicazione e cultura dei media. Viviamo in un’epoca dove si sono fatte largo le sindromi del complotto e del favoleggiamento di oscuri potentati che reggono le sorti del mondo.
Il complotto è stato il tema della lectio magistralis di Eco, che ha sottolineato quanto il successo delle bufale in rete deriva dalla promessa di saperi negati ad altri. Queste false notizie ci sollevano dall’impegno in prima persona di cercare la verità e di impegnarsi contro le ingiustizie del mondo. “Se si è convinti che il mondo è condotto dagli ‘Illuminati’, che cosa posso fare io singolo cittadino? Mi arrendo. Quindi il complotto distoglie dai problemi autentici”, ha detto Eco.
Quale possibile soluzione? Il parere di dell’intellettuale è che i giornali “in questo panorama dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti” e quindi non farsi cannibalizzare da questo flusso di informazioni spesso di dubbia provenienza. Secondo Eco i giornali hanno uno splendido futuro, nonostante da più parti internet ed i social media vengano accusati di voler rubare spazio all’editoria tradizionale. “Sono sempre fedele a Hegel, che diceva che la lettura del giornale è la preghiera quotidiana dell’uomo moderno. Si tornerà all’informazione cartacea”, la previsione di Eco, portando l’esempio di alcuni colossi della Silicon Valley che “hanno vissuto e trionfato in Internet e hanno comprato dei giornali oltreoceano”.
“Questo mi dice che c’è un certo avvenire per il cartaceo“ ha detto lo scrittore. A Torino Eco si laureò nel 1954 in Lettere e Filosofia e a seguire la sua lectio magistralis c’era anche un nutrito gruppo di suoi compagni del liceo. Al termine della discussione fioccano lunghi minuti di applausi, ma Eco, con una certa ironia, ha stuzzicato il pubblico: “non c’è più religione, neanche una standing ovation”, e subito la platea di studenti e autorità sono scattati all’impiedi.
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