Questi i punti principali della proposta di legge di modifica della par condicio presentata lo scorso 14 ottobre alla Camera.
SPAZI SU BASE PROPORZIONALE E DIRITTO TRIBUNA
Il testo prevede che le emittenti radiotelevisive debbano “assicurare, a tutti i soggetti politici, sulla base della rappresentanza parlamentare, con imparzialità e con equità, l’accesso all’informazione e alla comunicazione politica”. Nel periodo che intercorre tra la presentazione delle candidature e la data di chiusura della campagna elettorale “gli spazi sono ripartiti per il 10 per cento secondo il principio della pari opportunità tra le coalizioni e tra le liste in competizione che hanno presentato candidature in collegi o in circoscrizioni che interessano almeno un quarto degli elettori. Salvo questo diritto di tribuna, gli spazi vengono ripartiti, “proporzionalmente tra i soggetti politici presenti nelle assemblee da rinnovare nonché tra quelli in esse non rappresentati purché presenti nel Parlamento europeo o in uno dei due rami del Parlamento”.
SPOT A PAGAMENTO
Nel testo si dispone che televisioni e radio “possono trasmettere messaggi politici autogestiti, gratuiti o a pagamento”. Gli spazi “sono offerti in condizioni di parità” e l’assegnazione degli spazi in ciascun contenitore avviene mediante sorteggio. Nessuno può diffondere più di un messaggio nel medesimo contenitore” e ogni messaggio è denominato “messaggio autogestito gratuito” o “messaggio autogestito a pagamento” con “l’indicazione del soggetto committente”.
I messaggi gratuiti sono ripartiti, per il 10 per cento degli spazi, “tra le coalizioni e tra le liste in competizione che hanno presentato candidature in collegi o in circoscrizioni che interessano almeno un quarto degli elettori” chiamati al voto, “fatta salva la presenza di soggetti politici rappresentativi di minoranze linguistiche”. Per il 90 per cento degli spazi i messaggi sono “a pagamento” e da ripartire tra i partiti presenti nelle assemblee da rinnovare, o all’Europarlamento o in almeno un ramo del Parlamento. La durata dei messaggi deve essere “sufficiente alla motivata esposizione di un programma o di un’opinione politica e comunque compresa, a scelta del richiedente, tra uno e tre minuti” per le tv e “tra i trenta e novanta secondi” per le radio.
Antonietta Gallo
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