Le Commissioni Trasporti e Cultura della Camera dovrebbero votare mercoledì 3 il parere, obbligatorio ma non vincolante, sul decreto Romani che recepisce la direttiva Ue sulla tv senza frontiere. Mentre al Senato si potrebbe slittare di qualche giorno, finendo forse alla settimana successiva, visto che la Commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama sarà impegnata anche martedì nelle audizioni.
A Montecitorio ci sarà un testo di maggioranza, elaborato dalla relatrice Bergamini, Pdl, e l’opposizione potrebbe redigerne uno proprio, in cui chiedere che il testo sia modificato in più punti, anche sull’affollamento agli spot, e che il Governo tenga conto delle critiche avanzate anche dall’Agcom, che ha lamentato una sottrazione delle sue competenze su più aspetti (minori, affollamento degli spot, diritti residuali) e lanciato l’allarme per la stretta sulla rete.
Intanto, il vice ministro Paolo Romani ha chiarito che se sulle quote indipendenti, che potrebbero essere ripristinate, e sul web, il testo potrebbe cambiare, non ci saranno invece modifiche sulla riduzione graduale del tetto agli spot per le pay tv.
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